06/09/15

Camminiamo nel bosco

Camminiamo nel bosco. A lungo. Troppo a lungo. I rami ci feriscono il volto, cadiamo nelle buche, le foglie morte ci bagnano le scarpe, ci stortiamo le caviglie sulle radici. Qualcuno accende una lampadina tascabile, ma serve solo a illuminare piccoli cerchi, e alberi, sempre alberi. Eppure, avremmo già dovuto essere fuori dal bosco. Abbiamo l’impressione di girare in tondo.
Un bambino dice:
— Ho paura. Voglio tornare a casa. Voglio andare a letto.
Un altro bambino piange. Una donna dice:
— Siamo perduti.
Un giovane dice:
— Fermiamoci. Se continuiamo così, finiremo per ritrovarci di nuovo in Ungheria, ammesso che non ci siamo già finiti. Non muovetevi. Vado a vedere.
Ritrovarsi in Ungheria sappiamo tutti cosa vuol dire: la prigione per avere superato illegalmente il confine, e magari anche farci sparare addosso da guardie di confine russe ubriache.
Il giovane si arrampica su un albero. Quando torna giù, dice:
— Ho capito dove siamo. Mi sono orientato con le luci. Seguitemi.
Lo seguiamo. Ben presto il bosco si dirada e finalmente camminiamo su un sentiero vero, senza rami, senza buche, senza radici.
Improvvisamente veniamo illuminati da una forte luce, una voce dice:
— Alt!
Qualcuno di noi dice in tedesco:
— Siamo profughi.
Le guardie di confine austriache rispondono ridendo:
— L’avevamo capito. Venite con noi.
Ci portano nella piazza del paese, dove c’è tutta una folla di profughi. Arriva il sindaco:
— Vengano avanti quelli che hanno con sé dei bambini.
Veniamo alloggiati da una famiglia di contadini. Sono molto cordiali. Si occupano della piccola, ci danno da mangiare, ci danno un letto.
[…]
Questa lingua, il francese, non l’ho scelta io. Mi è stata imposta dal caso, dalle circostanze. So che non riuscirò mai a scrivere come scrivono gli scrittori francesi di nascita. Ma scriverò come meglio potrò. È una sfida. La sfida di un’analfabeta.
Ho incontrato per strada il mio professore di un tempo. Mi ha detto:
— Un mio allievo sta facendo un lavoro sul suo libro.
Ho detto:
— È divertente, non trova?
— Divertente? Sì, è proprio la parola giusta.