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12/10/17

È in libreria

Il nuovo romanzo di Antonio Paolacci doveva intitolarsi Piano Americano. Era la storia di un manipolo di personaggi bizzarri impegnati a realizzare uno scherzo mediatico di portata storica, una storia dal sagace gusto cinematografico, piena di intricati e complessi artifici narrativi. Ma quel romanzo non sarà mai scritto. Perché, ora che sta per diventare padre, ora che il mondo dell'editoria lo conosce bene, Antonio Paolacci ha deciso che Piano Americano non lo scriverà più. Anzi: smetterà di scrivere per sempre. Eppure, così facendo, riuscirà a comporre il suo libro più autentico, dove la vita e le vicende dell'autore si intersecano continuamente con quelle dei suoi personaggi, che escono dalla pagina e si insinuano nel reale in un continuo gioco di sponda tra finzione e realtà.
Un romanzo che non è un romanzo, tra cinema, editoria, letteratura e realtà, in cui tutto ci viene svelato per dirci che niente è mai del tutto vero. Un saggio autobiografico, un racconto che rivela la verità più sincera tramite spudorate menzogne, un libro irriverente e funambolico sull'arte stessa della narrazione.


Rinunciando a scrivere un romanzo, Antonio Paolacci ha scritto il suo romanzo migliore, nel quale le idee si muovono come se fossero personaggi per rivelare il dramma nascosto dietro l'artificio della letteratura.
Alessandro Zaccuri
scrittore e giornalista


Antonio Paolacci è un editor, lavora sui libri e con i libri da anni, e ha idee nuove e coraggiose. Proprio per questo, nel suo nuovo romanzo si mette in gioco completamente. Fa una scommessa. Rischia. E vince.
Andrea Cotti
scrittore e sceneggiatore


Un romanzo insolito, ironico e appassionato, che racconta in un abile gioco di specchi il nostro complesso presente.
Laura Bosio
scrittrice e consulente editoriale

Un percorso labirintico tra la verità della concretezza quotidiana e le diverse forme di finzione, tra le quali chi vuole essere scrittore deve destreggiarsi. Un romanzo lucido, ironico, a tratti surreale.
Emilia Marasco
scrittrice e direttrice di Officina Letteraria


Un gioco di specchi raffinato ci fornisce indizi decisivi per poi eluderli senza pietà: Piano Americano coinvolge il lettore in una ricerca incessante al confine tra realtà individuale e finzione pura.
Otto Gabos
autore e fumettista

Puoi acquistare il libro in ogni libreria. 
Anche in quelle online, come per esempio: 
- Amazon
- Oppure direttamente sul sito di Morellini Editore

31/07/17

La mano di Hitchcock - al festival "IndipendenteMente"


L'anno è il 1960.
Un regista molto noto aveva in mente un film, ma nessun produttore di Hollywood volle scommettere su quella pellicola.
Non era adatta al pubblico di massa, dicevano. Troppo sperimentale. E c'era una scena in particolare che nessuno avrebbe capito, dicevano.
Così il regista decise di fare da solo.
E realizzò il film da indipendente.

Ne parlo anche nel mio nuovo libro, Piano Americano, in uscita a ottobre.
Il film si chiamava Psycho. Il regista Alfred Hitchcock. E quella della doccia è ancora oggi la scena più famosa e celebrata della storia del cinema.

A partire dall'autunno, terrò in varie città una lezione unica sulla scena della doccia di Psycho.

Smonteremo la scena più famosa della storia del cinema, con un'analisi approfondita di cosa quel film in generale può insegnare sulle tecniche narrative.

Cominciamo al Castello Visconteo di Belgioioso (Pavia), a IndipendenteMente, il nuovo festival sull'editoria indipendente diretto da Fabio Ivan Pigola.

03/06/16

Gomorra – Di cosa stiamo parlando?


Ecco una serie televisiva italiana che merita successo e lo ottiene, anche all’estero, ed ecco che qui da noi è subito polemica.

Del resto, qui da noi, è già difficile vederli, i prodotti culturali di qualità. È difficile che esistano, perché i primi a boicottarli sono proprio gli addetti alla cultura, i produttori e gli editori, i critici e gli opinionisti vari, che del proprio lavoro hanno poche idee e perlopiù sbagliate.
Una di queste, per esempio, è che per ottenere successo in Italia si debba avere un nome famoso (Accorsi, Scamarcio, Roberto Vecchioni) che faccia da sponsor e presunto trascinatore dell’affetto della gente.
Diciamolo subito: credo che questo assunto sbagliato sia anche alla base dell’unico difetto che io vedo in Gomorra – La serie: il fatto, dico, che il progetto ruoti intorno a un nome estraneo ai meriti oggettivi del prodotto (mi riferisco alla sua qualità squisitamente cinematografica), quello di Roberto Saviano.