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15/10/17

In arrivo


Da giovedì 19 sarà in libreria anche l'antologia di racconti Genova d'autore (Morellini Editore).

Il mio è dedicato al quartiere del Carmine, si intitola Mi hanno rubato il prete ed è una specie di spin-off di Piano Americano.

Tutti gli autori: 
Emanuela Ersilia Abbadessa, Tommaso Basevi, Gianluca Cico, Arianna Destito Maffeo, Barbara Fiorio, Gabriella Kuruvilla, Massimo Laganà, Antonio Paolacci, Sara Rattaro, Solidea Ruggiero e Federico Siriani.
A cura di Gabriella Kuruvilla.

13/10/17

Piano Americano - presentazione a Milano

Giovedì 19 ottobre - ore 19.00

Presentazione di Piano Americano 
alla Libreria Open di Milano
Viale Monte Nero 6

con me, ci saranno Gianni Montieri e Nicoletta Bernardi
interviene Mauro Morellini (Editore)


12/10/17

È in libreria

Il nuovo romanzo di Antonio Paolacci doveva intitolarsi Piano Americano. Era la storia di un manipolo di personaggi bizzarri impegnati a realizzare uno scherzo mediatico di portata storica, una storia dal sagace gusto cinematografico, piena di intricati e complessi artifici narrativi. Ma quel romanzo non sarà mai scritto. Perché, ora che sta per diventare padre, ora che il mondo dell'editoria lo conosce bene, Antonio Paolacci ha deciso che Piano Americano non lo scriverà più. Anzi: smetterà di scrivere per sempre. Eppure, così facendo, riuscirà a comporre il suo libro più autentico, dove la vita e le vicende dell'autore si intersecano continuamente con quelle dei suoi personaggi, che escono dalla pagina e si insinuano nel reale in un continuo gioco di sponda tra finzione e realtà.
Un romanzo che non è un romanzo, tra cinema, editoria, letteratura e realtà, in cui tutto ci viene svelato per dirci che niente è mai del tutto vero. Un saggio autobiografico, un racconto che rivela la verità più sincera tramite spudorate menzogne, un libro irriverente e funambolico sull'arte stessa della narrazione.


Rinunciando a scrivere un romanzo, Antonio Paolacci ha scritto il suo romanzo migliore, nel quale le idee si muovono come se fossero personaggi per rivelare il dramma nascosto dietro l'artificio della letteratura.
Alessandro Zaccuri
scrittore e giornalista


Antonio Paolacci è un editor, lavora sui libri e con i libri da anni, e ha idee nuove e coraggiose. Proprio per questo, nel suo nuovo romanzo si mette in gioco completamente. Fa una scommessa. Rischia. E vince.
Andrea Cotti
scrittore e sceneggiatore


Un romanzo insolito, ironico e appassionato, che racconta in un abile gioco di specchi il nostro complesso presente.
Laura Bosio
scrittrice e consulente editoriale

Un percorso labirintico tra la verità della concretezza quotidiana e le diverse forme di finzione, tra le quali chi vuole essere scrittore deve destreggiarsi. Un romanzo lucido, ironico, a tratti surreale.
Emilia Marasco
scrittrice e direttrice di Officina Letteraria


Un gioco di specchi raffinato ci fornisce indizi decisivi per poi eluderli senza pietà: Piano Americano coinvolge il lettore in una ricerca incessante al confine tra realtà individuale e finzione pura.
Otto Gabos
autore e fumettista

Puoi acquistare il libro in ogni libreria. 
Anche in quelle online, come per esempio: 
- Amazon
- Oppure direttamente sul sito di Morellini Editore

31/07/17

La mano di Hitchcock - al festival "IndipendenteMente"


L'anno è il 1960.
Un regista molto noto aveva in mente un film, ma nessun produttore di Hollywood volle scommettere su quella pellicola.
Non era adatta al pubblico di massa, dicevano. Troppo sperimentale. E c'era una scena in particolare che nessuno avrebbe capito, dicevano.
Così il regista decise di fare da solo.
E realizzò il film da indipendente.

Ne parlo anche nel mio nuovo libro, Piano Americano, in uscita a ottobre.
Il film si chiamava Psycho. Il regista Alfred Hitchcock. E quella della doccia è ancora oggi la scena più famosa e celebrata della storia del cinema.

A partire dall'autunno, terrò in varie città una lezione unica sulla scena della doccia di Psycho.

Smonteremo la scena più famosa della storia del cinema, con un'analisi approfondita di cosa quel film in generale può insegnare sulle tecniche narrative.

Cominciamo al Castello Visconteo di Belgioioso (Pavia), a IndipendenteMente, il nuovo festival sull'editoria indipendente diretto da Fabio Ivan Pigola.

18/04/17

Tempo di libri

Quest'anno uscirà un mio nuovo libro.
Non è un romanzo convenzionale. Anzi, non è nemmeno esattamente un romanzo. È un lavoro anomalo, inconsueto, ironico e a tratti comico, che parla anzitutto di comunicazione e - quindi - anche di se stesso.
L'ho scritto pensando continuamente che questo lavoro fosse il mio giro di boa, il mio giro di vite sulla scrittura.

Si chiama Piano Americano.
Credo sia in assoluto il mio lavoro più originale e interessante.
Uscirà a ottobre per Morellini.

Intanto, alla nuova fiera dell'editoria Tempo di libri a Milano, Piano Americano sarà già presente in una specie di esclusivissima anteprima, cioè in forma di bozze non definitive riservate alla stampa.
(Se quindi siete recensori, e sarete in fiera, potete chiederne una copia allo stand dell'editore.)

L'editore - per chi non lo conoscesse - è un indipendente già noto e apprezzato dagli addetti ai lavori. Da quest'anno sarà molto attivo anche sulla narrativa, che è in decisa crescita nel suo catalogo.

Quanto a me, conto di essere in fiera a Milano sabato 22.
Morellini sarà allo stand C23 del Padiglione 2.
Ci vediamo lì, nel caso, se capita.

02/10/15

A Reggio Emilia il 24 ottobre

Sabato 24 ottobre a Reggio Emilia presenteremo una nuova e ricca collaborazione tra Progetto Santiago e la Libreria Arcadia, che insieme daranno vita a una serie di attività didattiche e formative: corsi, seminari, conferenze e laboratori di editoria, scrittura, sceneggiatura, letteratura...

Il tutto sarà presentato a partire dalle 20.00 — a “La Centrale”, in Via Gorizia 12 — con un concerto/reading a cura del gruppo Nicoletta Bernardi definitely banned, con letture dell'attrice Federica Toti e alcuni scrittori di Progetto Santiago.

Per l'occasione, saranno disponibili anche le prime copie in anteprima del mio Flemma ripubblicato da Morellini Editore, che sarà in libreria dal 29 ottobre.


31/08/15

Il mio primo romanzo

Il mio primo romanzo è uscito nel 2007. Si intitola Flemma e sta per uscire di nuovo, ripubblicato da Morellini Editore.
L’avevo scritto tra il 2005 e il 2006 e ci avevo impiegato più di anno, non solo perché era per me un lavoro ambizioso, ma anche perché il lavoro (ambizioso) consisteva in buona parte nella definizione di me stesso come autore, nella ricerca e nel rispetto della mia voce, nella delimitazione di una mia scrittura.
Il romanzo aspirava a un’estetica sociale e letteraria insieme: guardando da una certa distanza i generi tradizionali legati al tema del crimine, della colpa e dell’innocenza, in Flemma ho inseguito il respiro di una generazione che mi pareva muoversi come un adulto divenuto improvvisamente cieco e che non fosse in grado tuttavia di ammetterlo. Si era a metà degli anni Zero, mentre scrivevo, e la situazione scandalosa di dominio da parte della mediocrità non aveva ancora colpito le mie fondamenta: l’operazione aveva senso. Mi pareva che le menti migliori cercassero di venire a capo dei fenomeni culturali e sociali che tormentavano anche me. E lavorai in questa direzione, come facevano loro. Mi dedicai quindi alla disgregazione delle disgregazioni, costruendo un romanzo che Valter Binaghi avrebbe poi definito “una scomposizione cubista della scena del crimine”. Non guardavo alle forme consolidate della narrativa italiana: guardavo oltreoceano, anche convinto del fatto che la mia generazione avesse maggiore dipendenza dalla cultura americana che da quella europea, essendo noi cresciuti più davanti a uno schermo che per strada.
A stesura terminata, lo inviai a una persona soltanto. Lo inviai solo a Luigi Bernardi, che all’epoca era stato il mio insegnante in un paio di corsi di scrittura. Passò un mese, poi due, poi tre, poi Luigi mi mandò un SMS, nel quale diceva: Sei pronto all’esordio. Sei mesi dopo Flemma era in libreria e io iniziavo a diventare l’uomo che sono oggi. Di lì a poco avrei iniziato a lavorare con Luigi ai libri Perdisa Pop, nel giro di qualche anno sarei diventato editor e direttore editoriale.

Intorno al 2008, Luigi mi disse che Flemma aveva diritto a una seconda vita almeno. Mi disse che avrei dovuto prima o poi fare qualcosa per farlo esistere in un nuovo contesto editoriale. Così ho fatto, appena mi è stato possibile, cioè nel 2015, quando scadeva il contratto della sua prima edizione.
Ed eccoci qui: molte cose sono cambiate in me e intorno a me. Il lavoro editoriale mi ha insegnato ciò che sempre insegna l’esperienza, ovvero il disincanto. Ed è forse inutile dirvi che rileggere Flemma oggi vuol dire per me leggere un romanzo che non riscriverei più, non a quel modo. Ma è giusto così: l’autore di quel libro era un tizio di poco più di trent’anni che non sono più io: un autore con un’altra voce e altre idee sulla propria scrittura, ma un autore che aveva cose da dire e che mi sembra ancora capace di dirle in quelle pagine.
Su questo mi sono confrontato con il nuovo editore, come era giusto. La domanda che ci ponevamo riguardava il grado di rispetto che dovevo a quel testo. Da parte mia sapevo di doverne rispettare l’indole, perché il suo bello è anche nascosto nella sua attuale distanza da me. Era un romanzo autentico, molto sentito, carico di partecipazione.
Alla fine ho deciso di fare una sola modifica importante. Ho eliminato in particolare uno dei personaggi, il che non ha quasi cambiato il libro, e per niente le intenzioni che lo animavano, ma ha reso possibile la rimozione di una dose eccessiva di informazioni, tipica dell’esordiente.


La nuova versione è dedicata alla memoria di Luigi Bernardi e Valter Binaghi.