22/01/16

A proposito di Loro

Ho visto questo spettacolo nascere, fin da quando non era ancora nemmeno un’idea di spettacolo. Da quando cioè Maurizio Patella mi raccontava la straordinaria storia di Zanfretta davanti a una birra, inchiodandomi alla sedia e facendomi ridere di gusto.
Da allora e forse (mi piace pensarlo) anche grazie a me che lo incitavo, Maurizio ha iniziato a lavorare al monologo.
Era già un attore di tutto rispetto, aveva interpretato spettacoli difficili e superato autentiche prove d’attore, aveva dimostrato professionismo e capacità eccellenti anche al cinema, era stato candidato due volte al premio Ubu, ma – come accade a molti attori di talento italiani – non veniva valorizzato né premiato, neanche un po’.
Il mondo del teatro italiano non è diverso da quello editoriale: si viaggia per favoritismi, si viene scritturati male e con difficoltà, si fatica per niente, spesso per meno di niente, e ci si vede scavalcati da persone senza talento, si è insomma continuamente tentati di mollare.
E in quel periodo, quando cioè Maurizio mi raccontava di Zanfretta davanti a una birra, lo eravamo entrambi: stavamo per compiere quarant’anni, ci chiedevamo se valesse la pena di continuare a sperare in un futuro che ci desse da vivere con i lavori per i quali avevamo studiato e sudato, ci rispondevamo di no.
È così che succede: è così che si può decidere di smettere. E io ho visto Maurizio smettere, come ho fatto anche io, perché entrambi abbiamo smesso di aspettare.
Ho visto il mio amico attore diventare drammaturgo, l'ho visto decidersi a comporre un lavoro che fosse finalmente e davvero suo, bello e soddisfacente per lui, perfetto per l’esplosione del suo talento e del suo professionismo.
Ho visto questo spettacolo nascere da un’idea vaga e complicata, l’ho visto comporre un testo con fatica e dedizione, l’ho visto vincere un premio prestigioso, e ho visto quel testo diventare una messa in scena geniale, tra molti tentativi e dopo tanto studio, e oggi lo vedo girare l’Italia in forma di spettacolo e sento l’entusiasmo di chi lo ha guardato, il divertimento di chi ci lavora, la soddisfazione di chi collabora con Maurizio (in particolare il bravissimo Davide Rigodanza).
Nel frattempo, il testo e la messa in scena sono ulteriormente migliorati, replica dopo replica, aggiustamento dopo aggiustamento, come sempre succede agli spettacoli teatrali fatti con passione e scrupolo, e io non vedo l’ora di poterlo rivedere.
Il che per me accadrà a Genova, al celebre Teatro della Tosse, dove chiuderà il suo giro stagionale il 28, 29 e 30 aprile.

Se volete conoscere le altre repliche, le trovate qui.

ph. Paola Ronco